Ricerca e sviluppo

Dalla lavorazione delle olive da olio, gli attuali  processi produttivi ottengono il massimo rendimento ricavando olio per circa il 15/20% dal peso complessivo delle olive, estraendo così esclusivamente la parte grassa.

 Il 15/20 % rappresenta l’intera gamma di oli ottenuti dalle varie lavorazioni, quale anche l'olio di sansa, lavorata dai sansifici successivamente con una seconda estrazione ad alta temperatura e processi chimici.

La restante parte, 80% circa, è considerata scarto di lavorazione e/o rifiuto, quindi fonte di inquinamento da smaltire secondo le normative in vigore.

 

L’azienda Consoli attenta all'ambiente ha adottato la politica della multi produttività aziendale e da diversi anni è impegnata a valorizzare tutti i componenti del frutto “Oliva”. Per questi motivi ha intrapreso un rapporto di collaborazione con le Università di Messina e quella di Catania per la ricerca e lo sviluppo di nuove tecniche da adottare per il recupero e la valorizzazione dei sottoprodotti e/o scarti del frantoio oleario.

 

Nel 2009 grazie al P.S.R. 2007/13 attraverso la misura 124 ha avuto finanziato un progetto dal titolo “Applicazione di processi innovativi per la valorizzazione dei prodotti e dei sottoprodotti della filiera olivicola” dando vita ad una ATS denominata Conbiol. 

I risultati ottenuti dalle varie fasi di ricerca e sviluppo,  hanno indotto l'azienda Consoli a recuperare i residui della lavorazione delle olive, conferendogli una nuova identità produttiva multifunzionale ad impatto ambientale zero.

Pertanto dalla lavorazione delle olive da olio non si hanno più scarti ma nuovi prodotti nobili destinati all'uomo, alla farmaceutica, alla cosmetica ed alla mangimistica zootecnica. 

 

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il contesto

L’Azienda Consoli nasce nel 1960 in Adrano (CT) a sud/ovest dell’Etna, per la produzione di olio extravergine di oliva. Attenta all’ambiente e dal forte desiderio di avere un’ attività ad impatto ambientale zero, utilizza energia da fonti rinnovabili e avvia un rapporto di collaborazione con le Università di Messina e quella di Catania per il recupero e la valorizzazione dei residue di lavorazione, per questi motivi  nasce il progetto CONBIOL. 

 

Conbiol  è un progetto rivolto principalmente alla filiera olivicola, finalizzato a coniugare il miglioramento qualitativo dei prodotti con il contenimento dei costi e con una sempre maggiore attenzione all’impatto ambientale nell’ottica della multifunzionalità. 

 

Nel settore olivicolo, la Sicilia si pone al terzo posto tra le regioni italiane produttrici di olio d’oliva. Attualmente, l’olio di oliva costituisce solo una minima parte della produzione complessiva di un uliveto, nonostante i miglioramenti nei sistemi di coltivazione ed i progressi tecnologici applicati nel processo di produzione dell’olio. 

 

La produzione di olive da tavola rappresenta un’importante realtà  economica per la Sicilia. 

 

Il progetto si articola in 3 azioni:

AZIONE 1

L'azienda  Consoli in collaborazione con il Prof. Vincenzo Chiofalo dell'Università di Messina, quale responsabile scientifico del progetto Conbiol,  ha avuto come risultato la creazione di prodotti innovativi per il comparto nutrizionale zootecnico.

 

 

Utilizzo della sansa di oliva totalmente denocciolata nell’alimentazione animale

L’azione 1 è volta all’utilizzo della sansa d’oliva ad integrazione dei mangimi zootecnici, ai fini del miglioramento dello status metabolico-nutrizionale degli animali e della qualità dei prodotti latte e carne finali.

Attraverso l’applicazione e la verifica dell’utilizzo della sansa d’oliva nell’alimentazione animale, si otterranno ricadute positive anche per le aziende della filiera carne e lattiero-casearia, sia dal punto di vista nutrizionale fornendo, da una materia a basso costo, una quota di nutrienti nella dieta per animali, sia per la possibilità di avviare sistemi di certificazione, tracciabilità e rintracciabilità di prodotti zootecnici innovativi dalle proprietà “funzionali” per il consumatore.

 

Obiettivi specifici dell’Azione 1 del progetto, forte degli studi e delle ricerche effettuate, sono numerosi ed intendono verificare gli aspetti legati alla produzione ed al miglioramento qualitativo di linee di mangimi per animali ottenuti con l’applicazione di processi innovativi d’integrazione con sansa d’oliva a diversi livelli di denocciolatura, così come quelli connessi all’ottimizzazione delle produzioni zootecniche siciliane. Nello specifico l’efficienza delle nuove linee di mangimi è verificata attraverso la registrazione, nelle aziende, delle prestazioni produttive e delle condizioni degli animali (Bovini e Suini) e la valutazione delle caratteristiche dietetico-nutrizionali delle produzioni, nell’ottica della definizione di prodotti innovativi capaci di incentivare l’economia del comparto agro-zootecnico con prodotti certificati “Born in Sicily”.

 

L’introduzione di questo nuovo alimento nella dieta zootecnica ha dato risultati importanti sia in termini economici ma soprattutto salutistici per l’uomo.


AZIONE 2

Con il Prof. Francesco Bonina dell'Università di Catania, Dipartimento di Scienze del Farmaco e con la Bionap Srl, partner del progetto, si è avviata una collaborazione scientifica finalizzata allo studio di un processo produttivo atto al recupero dei polifenoli dalle acque di oliva.

 

Estrazione di polifenoli dalle acque di vegetazione per ottenere ingredienti attivi da inserire nel settore dell’integrazione alimentare, cosmetico e alimentare.

L’azione 2 vuole contribuire alla soluzione del problema delle acque di vegetazione (il cui smaltimento è regolato dalla legge 574/96 che ne ammette lo spandimento in campo, limitato però nel tempo e nelle quantità) utilizzandole quale fonte, a basso costo, di polifenoli (contenuti in esse al 3-5%), dei quali sono ormai ben note le attività salutistiche (antiossidanti, antiradicali che, anti-infiammatorie) ed il loro potenziale utilizzo nei settori cosmetico, nutraceutico e degli alimenti funzionali.

 

Questa azione porterà benefici per le aziende molitorie e le aziende agricole produttrici di olive in termini di riduzione dei costi di smaltimento da parte dei frantoi e di valorizzazione economica delle acque.
Per le aziende di trasformazione, la realizzazione di questo progetto rappresenta un’opportunità di crescita con l’introduzione in commercio di un estratto da acque di vegetazione particolarmente ricco in idrossitirosolo, sostanza dalle numerose attività biologiche. Inoltre, trasformando una materia prima a costo zero, si otterrà un prodotto con un prezzo più competitivo degli attuali estratti di biofenoli dell’ulivo e quindi più interessante per le aziende del settore dell’integrazione alimentare, cosmetico e alimentare.


AZIONE 3

Con la Prof.ssa Cinzia Caggia dell’Università degli Studi di Catania, Dipartimento di Gestione del Sistema Agroalimentare e Ambientale, l’azienda Consoli è riuscita a ridurre i tempi per la produzione delle olive da tavola al naturale mediante una nuova tecnica di lavorazione che prevede l’aggiunta di colture selezionate di batteri lattici, aumentando la garanzia e la sicurezza alimentare al consumatore.

 

Impiego di ceppi selezionati per la fermentazione di olive da tavola al naturale

L’azione 3 si rivolge alla produzione delle olive da tavola proponendo l’impiego di colture starter precedentemente selezionate e

caratterizzate.

L’azione prevede la messa a punto di colture stater di batteri lattici per la fermentazione di olive da tavola al naturale offrendo alle imprese operanti nel settore un processo innovativo e più efficace, in grado di ridurre le perdite economiche causate dagli arresti e/o dai difetti di fermentazione, con l’ottenimento di un prodotto standardizzato nelle sue peculiari caratteristiche sensoriali e maggiormente garantito sotto l’aspetto della sicurezza microbiologica.

 

L’obiettivo specifico è quello di applicare le conoscenze acquisite dal progetto di ricerca finanziato dall’Assessorato Agricoltura e Foreste Dipartimento Interventi Infrastrutturali, della Regione Siciliana “Costituzione di una ceppoteca di batteri lattici autoctoni per la fermentazione di olive da tavola siciliane” (approvato con notifica D.D.G. n° 830/08 del 06/06/2008), conclusosi il 30/06/2009. L’attività si propone di impiegare come starter i ceppi isolati, caratterizzati e depositati presso il laboratorio di Microbiologia degli Alimenti del DiGeSa, al fine di guidare la fermentazione della olive da tavola al naturale incrementando la sicurezza e la qualità del prodotto finito. Gli obiettivi specifici riguardano la messa a punto, la gestione e la verifica del processo fermentativo da cui dipende il successo della produzione.


RISULTATI

RICADUTA SUL TERRITORIO REGIONALE

 

Il progetto coinvolge diversi settori del comparto agroalimentare della Sicilia, soprattutto quello oleicolo e della produzione delle olive da tavola, insieme a quello della filiera della produzione di mangimi e zootecnico. Dato che la Sicilia è la terza regione italiana per superficie olivicola e per produzione di olio di oliva, dopo la Puglia e la Calabria, ed è la prima regione per la produzione di olive da tavola, l’importanza del settore olivicolo nel territorio è notevole, con quasi 200 mila aziende e circa 700 frantoi (ISTAT 2000) e con una produzione caratterizzata dalla qualità e dalla varietà, derivanti da una molteplicità di microclimi che incidono sulla performance qualitativa degli uliveti e della variabilità genetica del patrimonio olivicolo autoctono della Sicilia.

La qualità dell’olio siciliano è eccellente e, nella quasi totalità, è extravergine. Inoltre, si tratta di un olio particolarmente ricco in polifenoli, il cui contenuto è mediamente doppio rispetto agli extravergine di altre regioni italiane, caratteristica che lo rende particolarmente pregiato sia sotto il profilo nutrizionale e salutistico (ricchezza di antiossidanti naturali) sia dal punto di vista commerciale, grazie alla lunga durata di conservazione delle aratteristiche sensoriali. Pur in presenza di una evoluzione positiva della domanda nazionale e internazionale di olio di oliva e di tutti i requisiti che portano ad avere una produzione di eccellente qualità, le imprese siciliane rischiano di non sfruttare le prospettive che il mercato presenta a causa di una serie di ritardi di carattere strutturale, organizzativo ed istituzionale, che frenano uno sviluppo equilibrato della filiera.

Per quanto riguarda la produzione zootecnica, sebbene la Sicilia sia nel suo complesso deficitaria nella produzione alimentare di carne, di latte e dei derivati, e pertanto strettamente dipendente dalle produzioni continentali ed europee, il comparto zootecnico siciliano, negli ultimi anni, ha segnato una continua diminuzione delle produzioni, sia in valori che in volumi; ciò in conseguenza di una grave e persistente crisi di redditività per le imprese ulteriormente aggravata dalle emergenze sanitarie che hanno investito in ondate successive l’isola. L’applicazione e la diffusione dei risultati del progetto è finalizzata ad innescare sinergie tra settori dell’agroalimentare siciliano anche non strettamente connessi tra loro (quale l’oleicolo con lo zootecnico). Si intende realizzare la diffusione sul territorio di conoscenze relative all’applicazione di innovazioni di prodotto e di processo che abbiano ricadute positive per il rendimento economico e la multifunzionalità delle imprese interessate, tramite la riduzione dei costi delle attività (attraverso il riutilizzo e la valorizzazione dei sottoprodotti della filiera olearia) e l’ottenimento di prodotti di riconosciuto valore storico conomico e sociale maggiormente garantiti sotto l’aspetto della elevata qualità e sicurezza alimentare.